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Il trauma psicologico è associato a eventi in cui una persona è esposta a una minaccia improvvisa e imprevista di fronte alla quale si sperimenta senso d’impotenza.

Il trauma può assumere varie forme: le vittime di una pandemia, terremoto o di un’inondazione e le prime persone che intervengono nei soccorsi, i migranti, i militari che vedono amici e civili innocenti feriti e uccisi in una zona di guerra, incidenti stradali, interventi chirurgici o dentistici, un uomo o una donna stuprati. Ci sono poi anche coloro che subiscono traumi ripetuti nel tempo, come i bambini maltrattati, o abusati verbalmente o sessualmente. Il trauma in questo caso diventa parte della vita quotidiana.

Tutte queste persone hanno una cosa in comune: il trauma ha lasciato in loro un sentimento di terrore, rabbia, vergogna e impotenza.

Durante gli eventi traumatici la persona, infatti, si sente debole, indifesa, incapace di agire di fronte a una minaccia soverchiante, sola e sopraffatta, al punto che nel suo corpo si attiva spontaneamente un complesso sistema di reazioni (stato difensivo di allerta), che consente al sopravvissuto di adattarsi al contesto pericoloso.

Si parla di trauma quando la vittima non riesce a recuperare la condizione in cui versava prima dell’evento: sebbene la minaccia non sussista più, non si esauriscono le reazioni difensive di allerta e lo stato di attivazione (arousal) non ritorna più a livelli normali. Una persona traumatizzata, quindi, non riesce a ricostituire il senso e il controllo di sé e dell’ambiente circostante né a ristabilire una connessione con il momento presente.

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